Da un’indagine presentata a Milano dall’Osservatorio nazionale sulla Salute delle Donne (Onda) emerge che la depressione colpisce sei donne su dieci e, tra queste, cinque temono che il “male oscuro” sia incurabile, anche più del tumore al seno.
Chi ne soffre è consapevole e informato su manifestazioni e “campanelli di allarme”, ma non crede nelle terapie farmacologiche.
Nello specifico, la quota delle “sfiduciate” sale al 78% tra le giovani dai 30 ai 39 anni; fino all’80,1% tra quelle dai 40 ai 49 anni; dopo questa età, la percentuale si abbassa, pur restando alta: circa il 70%.

La depressione è una malattia subdola che si insinua nella vita delle donne, alienandola; in genere le donne ne sono informate, ma la temono perché non hanno fiducia nelle cure.
È proprio in questo ambito che si deve lavorare, migliorando l’efficacia delle terapie e riducendo gli effetti collaterali dei farmaci, utili soprattutto se affiancati dai consigli del medico generico e dal sostegno alla famiglia.
La ricerca è stata eseguita con interviste telefoniche a 1.016 donne italiane, tra i 30 ed i 70 anni d’età.
In essa, si evidenzia, subito, un problema proprio nella gestione della malattia: le donne prediligono il contatto umano ed è evidente il gap tra il livello di aspettative e le cure reali.
Esse non hanno fiducia nei farmaci convenzionali (“efficaci” per il 60%, ma “molto efficaci” solo per il 15,9%) che vengono considerati una soluzione solo dopo aver affrontato un’adeguata terapia psicologica e l’inserimento in gruppi di mutuo-aiuto: tali pratiche sono considerate “più efficaci” rispettivamente nell’83,1% dei casi (nel 36% “molto efficaci”) e nel 75,2% (nel 27% “molto efficaci”).
La conoscenza dei sintomi, però, può ancora essere migliorata: il 40,3% li riconosce e sa quant’è importante agire presto.
Il punto di riferimento principale resta il medico di famiglia (29%), seguito da: familiari (23%), psicologo (15%) e psichiatra (13%).